La rivista di settore La Nuova Museologia ha pubblicato nel suo numero di giugno un’articolo scritto a sei (ben sei!) mani da Daniele Auditore, Bruno Goppion e Camilla Marchioni, membri di Joint Arts, che ripercorre il contesto disciplinare, la ricerca, l’allestimento e le possibilità future di La storia sui muri.
La rivista, diretta dal museologo e paleontologo Giovanni Pinna, si rivolge a tutti coloro che operano nei musei o che si interessato di museologia per dare voce a una nuova corrente che vede i musei andare al di là del loro ruolo conservativo, per riprenderne la funzione di aggregatore sociale e spazio di educazione e partecipazione per la cittadinanza.
Principi che hanno informato la filosofia dietro La storia sui muri, che vuole mettere i bolognesi in contatto con una parte fondamentale, ma spesso disprezzata, della loro storia locale e dello spazio pubblico cittadino.
Sui muri troviamo una giungla di scarabocchi, scritte, disegni e opere d’arte fatte da ignoti autori, scrittori, pittori e artisti della più ampia schiera. Spesso ci passiamo a fianco ignari o disattenti.
Altri invece li vanno a cercare, sapendo che nelle mappe cittadine si trovano veri e propri tesori che sottostanno alla regola di essere esposti alle intemperie – condannati quindi a una caducità intrinseca – e di essere realizzati per lo più illegalmente; il che rende chi li osserva complice di contemporanei Robin Hood, ma nello stesso tempo cosciente di ammirare opere di un valore artistico e storico tale da poter entrare idealmente in un museo e che raccontano molto più di ciò che si vede.
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